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BERLUSCONI: RIFORMA GIUSTIZIA CON o SENZA SINISTRA

2009-01-12

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Dalessandro Giacomo

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CORRIERE della SERA

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2009-01-11

Su Alitalia: "Per Lufthansa non c'è più tempo"

Berlusconi: "La riforma

della giustizia anche da soli"

"Intercettazioni? Mai pensato di vietarle

per i reati di corruzione"

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NOTIZIE CORRELATE

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Fini: in una lettera al Corriere sei punti per cambiare le intercettazioni

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Intercettazioni: le reazioni alla lettera di Fini

Silvio Berlusconi

Silvio Berlusconi

ROCCARASO (L'AQUILA) - Nonostante l'eredità del passato "abbiamo fatto cose egregie e mantenuto le promesse". Lo ha affermato Silvio Berlusconi in collegamento telefonico con la manifestazione Neveazzurra a Roccaraso. "Il governo ha lavorato molto bene", spiega il presidente del Consiglio, "il nostro operato è stato percepito bene dagli italiani. Per me nell'ultimo sondaggio il gradimento è oltre il 72%". "Noi - ha aggiunto Berlusconi - siamo consapevoli del cambiamento e di dover portare a compimento tutte le riforme di cui il Paese ha bisogno". "L'Italia - dice il premier - ha bisogno di riforme e questo è l'unico governo a poterle fare". Senza un governo di centrodestra si andrebbe allo sfascio, è l'opinione del Cavaliere. "Senza di noi la prospettiva sarebbe il declino e l'immobilismo. Con un governo di sinistra l'Italia avrebbe corso un grande rischio", conclude Berlusconi sottolineando "l'armonia" all'interno del governo, "c'è condivisione tra le forze della maggioranza".

GIUSTIZIA - "Non so se le speranze si possano trasformare in realtà, ma sono sicuro che noi la riforma della giustizia la faremo. La faremo con la sinistra se possibile. Altrimenti con i numeri della nostra maggioranza se la sinistra non vorrà partecipare", ha sottolineato il premier. Quanto alle intercettazioni: "Non abbiamo mai pensato di vietarle per il reato di corruzione"

ALITALIA E MALPENSA - Berlusconi ha parlato anche di Alitalia e Malpensa: "Non credo che ci siano più i tempi di inserimento di Lufthansa nella trattativa su Alitalia e Air France. L'Accordo con Af è a mio parere favorevole per Alitalia. Lufthansa non ha mai avanzato concrete proposte neanche nella lettera a Colaninno" ha specificato il Premier. "La decisione è della nuova Alitalia. Il governo non deve intromettersi, ma voglio garantire a tutti che questo non significa che venga abbandonato lo scalo di Malpensa come hub. Ci sarà tutta la convenienza di Alitalia a utilizzare Malpensa per tutti i voli possibili. C'è poi un emendamento che dice che tutti gli slot inutilizzati da Alitalia saranno oggetto di trattative con altre compagnie". Berlusconi conclude: "Nessuna preoccupazione per Malpensa, anzi ci sarano più flussi di turisti per lo scalo lombardo. Io sono soddisfatto e orgoglioso per il nostro lavoro. Af entra come socio di minoranza". "C'è stata una "profonda disonestà" nelle dichiarazioni di alcuni esponenti della sinistra" che ci hanno accusato di aver "addossato i costi" dell'operazione Alitalia sugli italiani: "Non è assolutamente vero - ha detto Berlusconi- perchè Air France avrebbe acquistato a condizioni più negative per noi rispetto a quello che è successo con i partner della nuova compagnia di bandiera".

"LEGA ATTENTA A CONSENSO MA DA BOSSI BUONSENSO" - "La Lega rappresenta una certa fascia di popolazione ed è anche molto attenta al consenso elettorale, quindi molte posizioni sono dovute a mantenere questo elevato consenso che ha raggiunto in alcune zone del Nord come in Veneto dove è in linea con noi" ha detto Silvio Berlusconi, aggiungendo: "Le iniziative della Lega vanno lette con questa lente. Ma tutte le volte che si passa all'azione emerge sempre il buonsenso di Umberto Bossi. Quando c'è da risolvere un problema ci vediamo sempre. Domani ci vediamo a cena come consuetudine il lunedì. Abbiamo sempre risolto tutto e sono sicuro che risolveremo tutto. Grazie al buon senso di Maroni, Bossi e Calderoli".

"PD? AUSPICO CHE DIVENTI SOCIALDEMOCRATICO" - Un commento sul Pd: "Speriamo che questa sinistra possa diventare veramente socialdemocratica. I primi ad essere contenti saremmo noi".

"CRISI: ITALIANI HANNO CAPITO IL MIO APPELLO" - "Il mio appello" sull'essere ottimisti davanti alla crisi "è stato capito dagli italiani", tanto che "in occasione del Natale e del capodanno i consumi per gli alimentari non sono stati affatto inferiori, anzi maggiori". "Soltanto con l'ottimismo, potremo contenere gli effetti di questa crisi sui mercati", ha aggiunto Berlusconi. "L'estensione temporale di questa crisi dipende da noi. Questa crisi potrebbe anche non esserci. Dobbiamo - ha concluso - avere paura solo che la paura si diffonda troppo. Sugli stili di vita e le abitudini, dobbiamo continuare come prima".

"CLASSE DIRIGENTE PDL SARÀ IRREPRENSBILE" - "Dobbiamo costruire le fondamenta di questo nuovo soggetto per tutti i moderati italiani: stiamo formando una classe dirigente giovane, preparata e soprattutto moralmente irreprensibile, che è la cosa che sta più a cuore a tutti noi" ha anche detto Silvio Berlusconi..

 

11 gennaio 2009(ultima modifica: 12 gennaio 2009)

 

 

 

 

 

REPUBBLICA

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2009-01-11

Il premier ribadisce di voler andare avanti anche senza il consenso dell'opposizione

Precisazione sulle intercettazioni: "Mai pensato di vietarle nei casi di corruzione"

Giustizia, Berlusconi insiste

"Riforma anche senza la sinistra"

Replica dal Pd: "Clamorosa marcia indietro, ora dia retta a Fini"

<b>Giustizia, Berlusconi insiste<br/>"Riforma anche senza la sinistra"</b>

ROCCARASO - "Io non so se queste speranze di un dialogo possano trasformarsi in realtà. Ma sono sicuro che questa volta la riforma della giustizia la faremo. Con la sinistra se sarà possibile, con i numeri della maggioranza se la sinistra non vorrà partecipare. Credo che sia qualcosa che gli italiani aspettano". Lo ha detto Silvio Berlusconi, in collegamento telefonico con la manifestazione 'Neveazzurra' a Roccaraso, parlando della riforma della giustizia. "Il piano ormai è chiaro e tutti gli italiani attendono la riforma della giustizia", ha aggiunto Berlusconi.

Il presidente del Consiglio è tornato poi anche sul tema delle intercettazioni telefoniche, dopo che in un'intervista a Repubblica il ministro della Giustizia Angelino Alfano aveva affermato di volerne mantenere l'utilizzo per le inchieste su corruzione e concussione. "Devo notare ancora oggi l'opera di disinformazione sui giornali che parlano di una mia marcia indietro per quanto riguarda la corruzione e le intercettazioni - ha sottolineato Berlusconi - Non ho mai pensato di poter vietare questo strumento di indagine per un reato grave come la corruzione. Ho detto che non dovevano essere possibili le intercettazioni per tutti i reati contro la pubblica amministrazione ma non la corruzione".

Precisazione che non convince affatto il Partito democratico, convinto invece che sui temi della giustizia Berlusconi abbia operato una decisa sterzata. "Appare evidente - ha commentato il ministro ombra del Pd Lanfranco Tenaglia - che il governo, sulla questione giustizia, cerca di salvare capra e cavoli. Prima l'intervista di oggi del ministro Alfano, poi il presidente del Consiglio in persona smentisce se stesso sulla questione delle intercettazioni per i reati nella pubblica amministrazione esemplificano una clamorosa marcia indietro".

"Una virata - puntualizza ancora Tenaglia - chiaramente resa obbligatoria dalle parole del presidente della Camera Fini, checché ne dicano gli esponenti del Pdl". "A Berlusconi che continua con diktat e ultimatum - conclude l'esponente democratico - diciamo che non è questo il sistema per arrivare ad un confronto serio e di merito, per il bene dei cittadini e della giustizia. Il Pd continua a ritenere, invece, che sia il metodo che il merito proposti dal presidente Fini siano la base più utile per arrivare a una riforma davvero condivisa, senza strappi alla Costituzione e nell'interesse di tutti".

(11 gennaio 2009)

 

 

 

"Grande fratello" per i processi

IL CASO. Protocollo d'intesa tra Brunetta e Alfano, il progetto partirà nei prossimi giorni

Sarà creata una centrale al ministero per indagini e processi, al momento senza regolamenti

Gli occhi del governo su polizia e pm

di GIUSEPPE D'AVANZO

 

 

 

 

 

CI sono molti modi per dare avvio a una riforma della giustizia. La si può discutere in pubblico come accade ancora in questi giorni o inaugurare in silenzio nuovi, possibili controlli del governo sull'ordine giudiziario a dispetto di ogni autonomia e indipendenza togata. Si manipola qualche inciso nei codici, si sposta una virgola di un articolo di legge e il pubblico ministero può perdere la direzione delle indagini e della polizia giudiziaria (lo si è già visto). O - nome di una necessaria rivoluzione tecnologica - si possono sottrarre addirittura la "proprietà" e le informazioni dei fascicoli processuali al pubblico ministero e al giudice delle indagini preliminari.

È quel che può avvenire, nei prossimi giorni, quando entrerà nella sua fase di sperimentazione (nel primo trimestre a Napoli, nel secondo a Nola e Torre Annunziata, entro il quarto a Milano e Monza) il protocollo d'intesa firmato il 26 novembre 2008 tra il ministro per l'innovazione (Renato Brunetta) e della giustizia (Angelino Alfano). L'articolo 7 del protocollo prevede la "trasmissione telematica delle notizie di reato tra le forze di polizia e procure della Repubblica".

"Il progetto - si legge nel documento - prevede che le forze di polizia giudiziaria redigano le notizie di reato, le digitalizzino, le trasmettano alle procure, firmate digitalmente e crittografate nell'ambito della rete privata delle forze di polizia con specifiche estensioni di rete che potranno avere anche ulteriori utilizzazioni sinergiche".

Si può così "automatizzare l'alimentazione del registro delle notizie di reato e la costituzione del fascicolo del pubblico ministero e del giudice delle indagini preliminari". I dati così raccolti potranno essere condivisi dall'intera rete delle forze di polizia che avranno accesso ai "dati di sintesi delle notizie di reato". Come? "Predisponendo una porta di dominio attestata presso il ministero della giustizia". La "porta di dominio" è una formula che appare misteriosa ai non addetti, ma non indica altro che il luogo e l'identità di chi assicura lo scambio elettronico delle informazioni.

Ricapitoliamo. Tutte le notizie di reato del paese, i fascicoli dei pubblici ministeri, le comunicazioni tra polizia giudiziaria e pubblico ministero, tra pubblico ministero e giudice delle indagini preliminari di ogni tribunale italiano e quindi le denunce, le querele, le istanze e i verbali degli interrogatori, delle perquisizioni, dei sequestri, delle sommarie informazioni assunte, degli accertamenti tecnici, delle intercettazioni saranno (a regime) interconnesse attraverso un "gestore centrale" organizzato e controllato dal ministero di giustizia che - prevede il protocollo - può concederlo a un fornitore esterno, in outsourcing. Nascerà, dunque, come spiega un addetto al progetto, "una cancelleria virtuale nazionale" al momento priva di ogni norma, disposizione o regolamento. Questa è la notizia.

Vediamone le conseguenze probabili e gli effetti possibili. Sono indubbi i benefici a vantaggio dell'efficienza del processo. La rivoluzione tecnologica consente al pubblico ministero, al giudice, alla cancelleria di formare, di comunicare e notificare gli atti con documenti informatici che viaggiano tra gli attori del processo attraverso canali telematici, come avverrà presto per il processo civile. Via archivi cartacei e i "muri" di faldoni. Azzerati gli errori di notifica che annientano i processi. Abbattuti i costi. Recuperato personale. Ridotti i tempi. L'efficienza e quindi la credibilità del processo penale non potrà che avvantaggiarsene. E' la rivoluzione necessaria che gli addetti, tutti, dagli avvocati ai magistrati, chiedono da anni. Saranno soddisfatti. Meno lo sarà - o dovrà esserlo - chi si pone questa domanda: come e chi proteggerà quella miniera di informazioni? Quanto sarà inviolabile il sistema? E' legittimo che l'intera "base dati" della giustizia italiana sia gestita non dall'amministrazione giudiziaria, cioè dalla magistratura, ma da funzionari e società private dipendenti dal governo o dalle sue decisioni?

Un addetto al progetto, nato con il governo Berlusconi 2001/2006, è disposto ad ammettere che qualche problema c'è. "I responsabili degli uffici giudiziari, i procuratori della repubblica, dovrebbero essere in grado di esercitare un controllo agevole delle misure di sicurezza, ma se le base dati sono in una farm lontana, non si può avere la possibilità di effettuare monitoraggi continui. Quale responsabile della segretezza di quelle informazioni può escludere che, lontano dal suo ufficio, venga allestito un terminale del programma per l'accesso alla lettura dei dati? La sola risposta responsabile e ragionevole è: nessuno. La sicurezza è data da misure preventive e controlli costanti. Senza controllo, non c'è misura preventiva che possa tenere. E quale controllo puoi avere se sei a centinaia di chilometri di distanza?". Per alcuni autorevoli magistrati del pubblico ministero, quest'idea di una "cancelleria virtuale nazionale", prima di essere pericolosa, è soprattutto contra legem, illegale. "Il codice di procedura penale - dice un autorevole magistrato - prevede esplicitamente e senza deroghe che ogni "notizia di reato e la documentazione relativa alle indagini siano conservati in un apposito fascicolo presso l'ufficio del pubblico ministero con gli atti trasmessi dalla polizia giudiziaria". Se dovesse nascere una cancelleria nazionale, anche se virtuale, si scipperebbe la proprietà esclusiva del fascicolo al pubblico ministero: è contro al legge". Si dice d'accordo l'addetto al progetto ministeriale: "E' vero che ogni notizia trasmessa e raccolta sarà criptata con la chiave pubblica del procuratore, ma le informazioni sono archiviate in un luogo non alle dipendenze del procuratore, ma della forza di polizia e quindi nessun efficace e reale controllo può esercitarsi sulla protezione della segretezza dell'archivio".

E' la questione cruciale, pare. Con una qualche coerenza, Berlusconi e il suo ministro non tacciono di voler trasferire l'avvio, lo sviluppo e l'esito dell'investigazione penale dalle mani del pubblico ministero alle polizie. La rivoluzione tecnologica potrebbe consentire di assicurare alle polizie, e quindi all'esecutivo, anche il controllo di tutte le informazioni, delle notizie di reato, di tutta la documentazione di ogni indagine avviata nei ventinove distretti giudiziari del paese. Un Grande Fratello della giustizia italiana, si può dire, che dovrebbe essere sconfitto o tenuto lontano soltanto dalla "chiave" con cui i procuratori della repubblica dovranno crittografare i documenti. Se si chiede ad Alberto Berretti, matematico, professore di sicurezza informatica a Tor Vergata - dunque con una familiarità con il mondo e i metodi dell'hackeraggio - se una "chiave" per crittografare i documenti può essere una protezione definitiva, si raccoglie un sorriso ironico. "Nessun sistema è sicuro.

Questo progetto del ministero di giustizia, per come me lo racconta, mi pare che faccia acqua. Innanzi tutto è pericoloso avere un solo server in un solo luogo. Se scoppia un incendio e tutto va in fumo, che succede? Si liquefa la giustizia italiana? Sono sicuro che abbiano tenuto conto di quest'eventualità e previsto due server e in due luoghi diversi, con il botto di danaro che costa, perché sicurezza significa prevedere che le cose possono anche andare male per caso. Poi il diavolo ci può mettere la coda e anche questo bisogna immaginare e la "chiave" non è la soluzione che risolve tutti i problemi. La crittografia rischia di essere una porta blindata sistemata su pareti di cartone. E' vero, è difficile rompere la porta, ma è facile aggirarla passando dalle pareti. Oggi i dvd sono cifrati, ma in rete ci sono a tonnellate di dvd craccati, per dire. E poi oggi ci sono programmi di keylogging che copiano in silenzio quanto viene scritto sulla tastiera del computer. Il procuratore magari chiude la porta dell'ufficio e digita la sua "chiave" di accesso crittografato. Pensa di essere solo e sicuro, invece c'è chi gli sta rubando in quel momento la chiave per consegnarla a cyber- criminali che la venderanno al maggior offerente. E se a vincere l'asta dovesse essere Cosa Nostra? Può stare certo che, se questa cancelleria virtuale dovesse davvero farsi, sarà un boccone ghiottissimo per ogni hacker del pianeta".

Dunque, lo stato dell'arte è questo. Tutti i documenti d'indagine della giustizia italiana finiranno presto in un unico canestro. I procuratori, responsabili delle indagini, non saranno in grado di garantire la sicurezza delle informazioni raccolte. L'archivio della "cancelleria virtuale" sarà nella disponibilità delle forze di polizia, e quindi del governo che gestirà il sistema attraverso una società privata (altra minaccia, se si ricordano i traffici spionistici della Telecom di Marco Tronchetti Provera). Quel che è peggio, anche Cosa Nostra potrà ficcarci il naso, pagando il dovuto. Voi dite che stiamo messi bene?

(12 gennaio 2009)

L'UNITA'

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2009-01-11

 

Giustizia, Berlusconi: "La riforma? Anche da soli"

Con o senza l'opposizione la riforma della giustizia si farà. Parola di Silvio Berlusconi che non sembra credere molto alla possibilità di arrivare a un compromesso con il centrosinistra, ma promette che questo non fermerà la maggioranza che "ha i numeri" per rinnovare un sistema giudiziario che "allontana le imprese straniere" per le sue "inaccettabili lentezze".

In collegamento telefonico da Milano con "Neveazzurra" a Roccaraso - il presidente del Consiglio minaccia che il governo andrà avanti comunque sulla riforma della giustizia, anche a colpi di maggioranza. "Non so se queste speranze di cui parlano oggi i

giornali possano trasformarsi in realtà", premette cauto il Cavaliere. Quel che è certo, aggiunge, "è che stavolta la riforma della giustizia la faremo: con la sinistra se possibile, con i numeri di cui dispone la maggioranza se la sinistra non vorrà partecipare". Del resto, prosegue, "il piano di riforma lo abbiamo chiarò"' in testa ed è "una cosa che tutti gli italiani attendono".

Nemmeno i distinguo all'interno della maggioranza sembrano impensierirlo. Sulla riforma delle intercettazioni, ad esempio, nega di aver fatto alcuna retromarcia, accusando semmai i giornali di disinformazione: "Non ho mai pensato di vietare questo strumento di indagine per un reato grave come la corruzione; ho detto semmai che non dovevano essere possibili le intercettazioni per tutti i reati contro la Pa".

Nessuna frizione nella maggioranza, dunque, secondo Berlusconi: "Le discussioni sono sempre esagerate sui giornali. Nel governo c'è un'atmosfera molto, molto amichevole". Ed anche con la Lega, nonostante le frizioni su Malpensa e sulla tassa per gli immigrati, i rapporti sono ottimi: "La Lega è sempre molto attenta al consenso elettorale, ma tutte le volte emerge il grande buonsenso di Umberto Bossi".

Forse anche per questo, Berlusconi ci tiene a precisare che Malpensa non sarà danneggiata dall'accordo con Air France (visto che per Lufthansa "non credo ci sia più tempo"): lo scalo varesino, assicura anzi il premier, grazie alla liberalizzazione degli hub avrà un maggiore flusso passeggeri.

11 gennaio 2009

 

 

 

 

 

il SOLE 24 ORE

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2009-01-11

 

 

 

 

 

 

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2008-10-31

 

 

 

 

 

 

 

 

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